L’intervento ha previsto alcune opere di consolidamento e presidio ad una importante proprietà comunale: il maglio dei “Tonet”. Questa struttura recentemente donata dalla famiglia al comune è un importante episodio di Archeologia industriale e l’amministrazione ha inteso trasformare il complesso di officina e abitazione in un museo dedicato alle più importanti attività produttive della zona, quella del legno e quella del ferro. Il museo renderà esplicite le culture materiali delle attività protoindustriali che hanno costruito il tessuto economico del territorio.
Qui sarà possibile riaccendere la fucina dei Moro, una delle principali aziende meccaniche della provincia di Pordenone, e far ripartire le pale ad acqua che muovono i vecchi magli in legno. E’ nelle intenzioni della amministrazione fare si che questo museo possa diventare un punto di riferimento per il turismo scolastico del territorio della Zona del mobile.
Inquadramento
I due edifici che corrispondono al Maglio dei “Tonet” sono l’abitazione e la vecchia officina della famiglia Moro. Il complesso si trova in una zona centrale del paese nei pressi di un piccolo corso d’acqua di risorgiva capace di garantire per tutto l’anno una portata d’acqua costante alle roste.
I due edifici si affacciano su di un ampio cortile inghiaiato che prospetta un parcheggio pubblico in via di realizzazione. Il progetto prevede la riorganizzazione dei percorsi e della fruibilità della struttura da parte dei visitatori e la messa in sicurezza di alcune parti delle strutture dell’edificio e del piccolo ponticello che collega il cortile con l’isoletta del canale.
L’edificio principale e la piccola porzione dell’abitazione che veniva usata come mensa per gli operai sono stati restaurati conservando il loro carattere e le patine del tempo. Infatti, le attrezzature interne sono ancora in perfetto stato di funzionamento e non hanno bisogno di interventi di manutenzione.
Restauri statici
Uno dei più gravi problemi dell’immobile è relativo ai dissesti che caratterizzavano la parete est. Alcuni anni or sono, infatti, la catena della capriata e il contro soffitto del locale posto a meridione erano crollati mancava qualsiasi legame tra i muri portanti e le coperture spingenti e si è stati costretti a risolvere il problema ricostruendo un collegamento interno prevedendo un cordolo in acciaio ancorato alla muratura esistente e tirantato con il muro interno e le capriate del locale di mezzo.
Risanamento della muratura intonacata
La facciata principale del fabbricato dell’officina era profondamente segnata dai fenomeni di risalita dell’umidità. Con il progetto si è costruito uno zoccolo in intonaco da risanamento che sostituisce le integrazioni fatte alcuni decenni fa dalla proprietà. Il resto dei paramenti murari manterrà il carattere originario se non per l’eliminazione di tubi e cavi di impianti che ammorbano la facciata. Questi provvedimenti permetteranno di risanare il piede della muratura già molto fragile e bisognosa di essere rabboccata e consolidata.
La riorganizzazione degli ingressi
L’ingresso alla sede espositiva andrà riorganizzato prevedendo la priorità dell’ingresso dal parcheggio di Via Silvio Pellico. In questo senso il progetto ha previsto un nuovo cancello pedonale in ferro lavorato a fucina. In occasione del cancello d’ingresso sarà posta una insegna che segnali il museo del Maglio dei “Tonet”.
Restauro dei serramenti
Sia la “casetta” che l’officina abbisognano di un generale restauro dei serramenti che permetta di conservarli o di integrarne alcune parti senza per questo modificarne l’aspetto. Saranno chiusi i vetri rotti con vetro ad uno strato singolo, mentre le parti in legno deteriorate saranno realizzate con legno vecchio e ossidato simile a quello esistente. I serramenti colorati del capannone saranno sverniciati in opera e riverniciati con un colore simile all’azzurro esistente.
Restauro del fianco e del retro della “casetta”
Il progetto prevede di restaurare due delle facciate della “casetta” del maglio, le più deteriorate. Tra mattone e mattone la malta è ormai scomparsa e l’umidità sta deteriorando il laterizio. Si si è previsto di mantenere la parete a vista come ora solo ristillando le fughe con malta di calce in modo da ridurre la porosità del paramento e applicando una leggera velatura in biacca di calce a velare la parete. L’intervento ha previsto anche il rinforzo dell’angolo con la cucitura delle due murature inserendo con il trapano, in corrispondenza delle fughe, un numero adeguato di barre d’acciaio immerse in cemento espansivo. Si è posta estrema attenzione alla conservazione degli intonaci esistenti. Alla fine tutte e tre le facciate sono state trattate con un impregnante protettivo silosanico.
Costruzione di un drenaggio delle acque superficiali e sotterranee.
La “casetta” soffriva molto l’effetto dell’umidità di risalita dettata dal fatto che è priva di grondaie e che la marginatura in cemento del canale impediva il deflusso dell’acqua verso nord. Per questo motivo si è previsto di realizzare un sistema di drenaggio del cortile con caditoie e un drenaggio interrato posto a poca distanza dai muri dei due edifici.
Restauro del sistema delle paratie di regolazione del salto d’acqua
Nonostante siano state restaurate non molti anni fa le paratoie che regolano l’energia alla rosta e quindi ai magli erano in pessime condizioni di conservazione e sono state ripristinate per quanto riguarda la parte di legname con la quale sono costruite. Il progetto ha previsto la sostituzione delle tavole con il recupero di ogni parte in ferro e la ricostruzione conforme dell’oggetto.
Rifacimento del manto e dei parapetti del ponticello dell’isoletta
Il ponte esistente aveva l’impalcato completamente marcito e non era in sicurezza per chi voleva cogliere l’affetto delle roste. Da questo è nata la necessità di mettere in sicurezza l’attraversamento con un nuovo impalcato in grigliato metallico modello Orsogrill a maglia fine (antitacco) in modo da garantire il passaggio in sicurezza delle persone anche nella stagione invernale. Con questa occasione si provveduto a mettere a norma anche il parapetto sostituendo quello esistente con uno in acciaio non zincato.
Costruzione dell’impianto elettrico principale e installazione dell’antifurto
Si è prevista la realizzazione della colonna portante dell’impianto elettrico che alimenta il sistema dell’illuminazione museale, l’impianto antifurto e il nuovo sistema citofonico legato all’ingresso e alla casa del custode. Gli impianti non sono stati eseguiti in traccia per non toccare le murature esistenti e sono stati recuperati tutti i corpi illuminati esistenti.