Un percorso museale storico-didattico ‘en plein air’.
Il centro storico medioevale di Pordenone si sviluppa lungo corso Vittorio Emanuele, su una dorsale che a sud scende verso il fiume Noncello. Non distante dal centro vi è il parco Galvani, proprietà della nota famiglia di imprenditori della ceramica, i Galvani, da alcuni decenni acquisita dall’Amministrazione comunale e utilizzata non solo come parco pubblico ma anche, la Villa, come Galleria civica d’arte moderna e contemporanea, ampliata nel 2010. Il progetto doveva mirare alla riqualificazione dell’area verde, caratterizzando in maniera forte lo spazio esterno alla Nuova Galleria d’Arte Moderna della Città e, nel contempo, del paesaggio attorno al laghetto da risorgiva.
Il tema progettuale per questa riqualificazione paesaggistica del sito è stato dunque la creazione di una “passeggiata” fra le rose antiche che consentisse di riconoscerne le caratteristiche, storia e collegamenti botanici, accostandole a particolari graminacee ornamentali, con funzione di leggero contrappunto: un percorso museale storico-didattico sulla Rosa Antica.
Il MIRA – Museo itinerario della Rosa Antica nasce dunque nel novembre del 2010.
Il Progetto
La filosofia progettuale di questo Roseto articola lo spazio a disposizione secondo tre aspetti diversi oltre che per le caratteristiche botaniche, anche per le differenti situazioni funzionali:
– L’area del laghetto, ove un vialetto segue una serie di balze in pendio per arrivare alle rive e, risalendo, accostarsi lateralmente alla Villa storica ed al suo ampliamento museale. Questo percorso ha la finalità di descrivere l’evoluzione storica e genetica delle rose nel corso dei secoli. Tale scelta progettuale ha determinato l’originalità di questa parte del Roseto rispetto ad altre collezioni e raccolte italiane. Qui si è piacevolmente ‘costretti’ a camminare in maniera univoca, percorrendo fisicamente la ‘storia’ delle rose senza poter effettuare ‘salti’ temporali.
– L’area prospiciente la storica Villa Galvani, ove, in una grande aiuola che evoca i parterre ottocenteschi, vengono presentate le eccellenze europee nell’arte dell’ibridazione delle rose, con la presenza di particolari varietà moderne, create però con l’aspetto estetico di quelle antiche.
– L’area laterale accanto all’ingresso alla nuova Galleria, dedicata quasi esclusivamente alle rose rampicanti antiche, con l’obiettivo di farla diventare anche un luogo di piacevole sosta e di spazio per attività ricreative e culturali, specialmente per i giovani.
La disposizione delle varietà di rose, lungo il percorso storico-didattico, risponde nel modo più esauriente possibile, data la dimensione e posizione del sito, alla descrizione dell’ ‘albero filogenetico’, o con una definizione più semplicistica, dell’albero ‘genealogico’ del genere Rosa.
La notevole difficoltà è consistita, prima di tutto, nel definire a quale classificazione fare riferimento, data l’odierna evoluzione dei metodi di classificazione.
L’albero filogenetico del genere ‘Rosa’
Nel progetto del MIRA, per esemplificare il percorso storico del genere Rosa, ci si è avvalsi di uno schema semplificato, un “albero filogenetico”, desunto da studi di esperti, ricavati da una bibiliografia tra le più qualificate sull’argomento, che indica le trasformazioni dalle specie originarie sino a quelle odierne.
Sono state le specie spontanee, sia dall’Europa che dal continente asiatico, ed i loro ibridi, ad originare nel passato le prime varietà coltivate. Di queste, lungo il percorso del MIRA si trovano almeno una pianta per specie e in alcuni casi più varietà per specie.
Dalle più antiche a quelle che con la loro introduzione hanno provocato una vera ‘rivoluzione’ nel campo delle rose, come le R. chinensis, giunte dalla Cina nel 1752 tramite la Compagnia delle Indie Orientali olandese, portando il carattere della continua rifiorenza.
Lungo il percorso si trovano alcune rose storicamente molto importanti anche per l’aspetto coloristico: la R. fetida, conosciuta dal XII sec., proveniente dalla Persia e detta anche foetida persiana, la cui peculiarità è di aver donato il gene del colore ‘giallo’ alle sue discendenti. Oppure rose provenienti da oriente e dall’area himalayana, come la R. gigantea, veramente fedele al suo nome…o la R. multiflora, oggi solitamente utilizzata quale portainnesto nella riproduzione delle rose. Non mancano esempi degli incroci fra rose europee e rose orientali e via via si risale il percorso a lato della Villa storica e della nuova Galleria, trovando rose che potremmo definire più ‘moderne’, poiché create dall’ ‘800 ai giorni nostri. Per suscitare la curiosità nei confronti di certune originali peculiarità, sono state piantate anche alcune varietà di rose botaniche particolari, ad esempio, per le loro spine, per i “cinorrodi”, per il colore, la forma o addirittura il profumo del fogliame.
Il percorso attrezzato e le suggestioni dei proverbi…
Lungo questo percorso vi sono delle piccole aree di sosta, arredate con panchine ed ombreggiate da pergolette ricoperte da varietà rampicanti: delle “nicchie” tranquille da cui osservare i fiori ed il laghetto e rileggere le frasi ritagliate nell’acciaio Corten “una rosa è una rosa, è una rosa, è una rosa” e, accanto alle rose rifiorenti, “se son rose fioriranno” oppure nei pressi delle rose spinosissime “non c’è rosa senza spine”….
I più importanti ibridatori europei
Dopo aver percorso questa sorta di ‘viaggio’ a ritroso nel tempo, si approda ad una grande aiuola che, nell’area antistante la storica Villa Galvani, quasi a rappresentare un grande mazzo di rose, consente di osservare quella che si può, a ragione, definire l’arte dell’ibridazione. Gruppi di rose, che potremmo chiamare “post moderne”, rappresentano l’opera dei più importanti ibridatori europei: Meilland, Guillot, Austin, Kordes, Barni, Delbard, Tantau, Poulsen, Dickson, Harkness, e l’italiano Pantoli che fu allievo dello storico ibridatore Bonfiglioli. Di ognuno è stata scelta una sola varietà tra quelle che, accanto alle peculiarità delle rose moderne (resistenza e soprattutto rifiorenza), presentano caratteristiche estetiche delle rose antiche. Accanto all’aiuola vi sono, quali inedite sedute, due grandi “foglie” rivestite in doghe di legno.
Le rose rampicanti
Completa il MIRA la collezione di rose antiche rampicanti, che contraddistingue l’area laterale da cui si accede alla nuova Galleria d’Arte.
Si è venuta così a creare, sotto una grande pergola, una piacevole zona di sosta all’ombra di questi splendidi fiori. Qui le rampicanti “climbers” e “ramblers”,
I numeri
Questi sono gli elementi che danno vita ad un itinerario abbastanza unico nel suo genere che si propone di unire bellezza, piacere e cultura: più di 760 rosai che presentano 185 varietà di rose appartenenti a circa 40 specie diverse, 586 piante di graminacee ornamentali appartenenti a 19 tra varietà e specie, ognuna dotata di un cartellino che mostra l’immagine del fiore o della spiga ed indica la specie, la varietà, la provenienza, la data della sua scoperta o ibridazione ed il nome del personaggio, ibridatore, viaggiatore o altro a cui dobbiamo la sua esistenza o notorietà.
Visitare il MIRA
Il MIRA si può raggiungere a piedi dalla stazione ferroviaria in circa 14 minuti, oppure con la Linea 4 degli autobus che partono dalla Stazione ferroviaria, ove si trova anche un servizio di Bike sharing.
La visita al MIRA è gratuita, ad ingresso libero, con gli orari: da marzo a ottobre: 6.30-21.30, da novembre a febbraio: 7.00-20.30.
Si effettuano visite guidate gratuite organizzate dall’Associazione ‘La Compagnia delle Rose’ . Per info e date delle visite: info@lacompagniadellerose.com + www.lacompagniadellerose.com