Capogruppo Moreno Baccichet
gruppo
Davide Crosetta
Mauro Baccichet
Andrea Tonello
Riccardo Crosetta
RELAZIONE
La straordinaria storia dell’evoluzione di città e strutture dell’Età romana ha prodotto un numero consistente di modelli con i quali gli storici si sono confrontati sul tema della continuità o discontinuità della cultura urbana. In moltissimi casi sembra abbia ragione Pirenne che teorizzò una frattura tra l’Età antica e quella medievale, ma altre strutture, vedi per esempio Spalato, presentano ancora l’immanente memoria delle persistenze romane. Il peristilio del palazzo di Diocleziano, trasformatosi nel tempo nel centro funzionale e simbolico della città dalmata, è stato il nostro riferimento di partenza. Con questo progetto abbiamo voluto rinunciare a metafore o ad allusioni all’antico e recuperare nella composizione architettonica quanti più segni possibili del palinsesto storico insediativo di un luogo tanto piccolo. L’idea è quella di indirizzare il visitatore alla percezione dei diversi suoli che l’uomo ha prodotto in quel luogo, garantendo comunque le normali funzioni di una grande piazza. Una piazza archeologica flessibile e complessa, dove i segni architettonici restano sotto tono per poter meglio dialogare con i testimoni dei diversi passati e delle diverse tradizioni costruttive.
Il sito archeologico di Piazza Capitolo (lotto1)
Fin dall’inizio abbiamo ritenuto importante valorizzare principalmente il settore archeologico più ricco di Piazza Capitolo, quello scavato nel 1969-70. Questa considerazione e le difficoltà legate alla localizzazione di alcune funzioni ci hanno convinto a proporre, contestualmente alla realizzazione delle opere di arredo urbano, anche la costruzione di un edificio museale.
La necessità di coprire gli scavi con una soletta che mettesse in collegamento il settore delle residenze romane e capitolari con le aule teodoriane era già emerso molti anni fa nel dibattito sul futuro della piazza. La costruzione di una struttura museale sulla soletta permetterà di riportare in piazza i materiali più importanti provenienti dagli scavi passati o da quelli che saranno necessari per la realizzazione del progetto. L’edificio, che si sostituisce al filare degli alberi a settentrione della piazza, diventerà una delle strutture più importanti del sistema museale diffuso del parco archeologico aquileiese.
La nuova piattaforma accoglierà, grazie ad un’ampia terrazza, il nuovo ingresso alle testimonianze archeologiche più importanti dell’area e il nuovo accesso alle aule teodoriane, disimpegnando così l’ingresso della basilica. La realizzazione del lotto 1 comporterà l’impiego di tutti i 744.685 Euro in considerazione del fatto che le opere di arredo sono relativamente economiche, ma la costruzione dell’edificio (250.000 Euro) assorbirà gran parte del finanziamento.
L’edificio conterrà anche i servizi igienici per la piazza, il bookshop e le rampe di collegamento tra la piattaforma e la piazza. L’atrio permetterà di raggiungere un piano adibito alla conservazione dei reperti rimossi (brani di mosaico, sculture, il famoso lampadario paleocristiano che avrà una speciale collocazione nell’allestimento).
La piazza inferiore (lotto 1)
L’occasione della definitiva sistemazione della piazza renderà possibile (anzi, necessario) uno scavo completo dell’area del peristilio del palazzo del Capitolo. Quest’ampio portico, o meglio, i reperti dello stesso, già individuati nel 1970 durante i sondaggi, saranno messi in vista e proseguiranno sotto la soletta della piazza superiore, consentendo la vista delle pavimentazioni romane.
Il cortile diventerà così il centro della composizione, mentre un duplice sistema di rampe e scale permetterà di collegare i due livelli della piazza inferiore con l’area del campanile e della canonica.
La prima piazza archeologica è delimitata a Sud da un muro che testimonia la posizione dell’aula che permetteva l’accesso al battistero. Tra il muro e il battistero abbiamo previsto il mantenimento di una continuità della pavimentazione che permetta il transito di mezzi meccanici e quello dei fedeli. La piazza del Capitolo, più bassa e segnata dalle rovine, sarà, per contro, un luogo di sorta adatto a chi vorrà indugiare nel “salotto” archeologico di Aquileia.
Sotto il portico che collega la basilica con il battistero si è previsto di abbassare il pavimento di circa 15 cm. per ridurre le pendenze e ripristinare l’altezza reale delle colonne di reimpiego. La pavimentazione originaria sarà ricollocata in opera prevedendo verso sud la costruzione di una rampa che raccordi la quota della soglia della basilica con la quota delle pavimentazioni esterne.
L’ingresso al cimitero militare e l’area del Campanile (lotto 1)
Si è ritenuto di spostare l’ingresso al cimitero militare a Nord del Campanile in modo da allontanare il problema del confronto tra le due funzioni: quella civica legata alla piazza del Capitolo e quella aulica commemorativa del Campo santo. Il percorso pedonale si defila così alle spalle della piazza sopraelevata mantenendo l’allineamento della cortina in Via Poppone. La definizione del confine dell’intervento è risolto così con la costruzione di un muro in pietra in modo analogo al resto del recinto cimiteriale (potranno essere reimpiegati i materiali lapidei provenienti dallo scavo).
Alle spalle del muro si è prevista la piantagione di un filare di cipressi, mentre il cancello sarà semplificato riducendolo a una sola lastra di marmo scorrevole lungo il recinto murario.
L’area del Campanile è stata in parte pavimentata per coinvolgere questo spazio nella composizione della piazza e lungo la parete della basilica si è previsto di collocare un sarcofago. I percorsi verticali del campanile saranno raggiungibili attraverso il piano interrato.
La Sudhalle del battistero (lotto 2) e la calle larga ad Ovest (lotto 3)
Come richiesto nel bando del concorso abbiamo previsto la realizzazione di una copertura sull’area dei mosaici del vestibolo sud del battistero. Gli stessi possono essere raggiunti anche grazie a una leggera inclinazione del pavimento dello scoperto che divide la chiesa dei Pagani dal vestibolo e poi chiusi la sera grazie ad una cancellata. Il costo dell’edificio e dell’area esterna del lotto 2 è di 300.000 Euro.
Il settore di piazza che si sviluppa tra le proprietà private ad Ovest e l’allineamento battistero-horrea è stato trattato in modo unitario per farlo diventare una sorta di gran viale lungo il quale è permesso il transito meccanico solo ai residenti e alle attività in essere. E stato previsto anche l’uso di alcune aree esterne da parte della pasticceria esistente.
Lungo questo asse sono stati salvaguardati e integrati i cipressi dell’originaria sistemazione paesaggistica, mentre per il tratto dove il percorso si sovrappone al sedime dei vecchi magazzini del grano si é evocata la presenza sotterranea del muro seguendone la sagoma con una pavimentazione in mattoni.
Larghe terrazze apriranno nuove prospettive sugli scavi delle aule dell’horrea. Il costo delle opere d’arredo del lotto 3 è stato stimato in Euro 600.315.
La seconda piazza archeologica: le stratificazioni dell’horrea (lotto 4)
Il progetto prevede di rendere leggibili alcuni dei segni portanti del palinsesto archeologico di Piazza Patriarcato riscoprendo gli edifici sepolti che, su più strati, affollano questo settore.
Per ottenere questo risultato ci sarà la necessità di intraprendere un’importante iniziativa archeologica preventiva ai lavori d’arredo urbano. In modo particolare il progetto prevede il recupero dei lunghissimi muri dei magazzini rendendone evidenti la presenza con la costruzione di tre grandi siepi d’alloro e un percorso attrezzato dedicato al muro meridionale.
Un asse di percorrenza taglia in due la zona archeologica ed è segnalato da due passerelle in metallo che dividono in due le aree dei magazzini, mentre il gran cortile che divideva il duplice deposito rimarrà un luogo unitario. I cinque locali che saranno scavati da quest’operazione compositiva avranno funzioni e rapporti diversi con il suolo originario. Le prime due aule a nord non saranno raggiungibili dalle persone, ma si potranno vedere solo dai percorsi che le cingono. Il pavimento in questo settore sarà scavato fino ai livelli più antichi dell’insediamento romano, quelli precedenti alla costruzione tardo antica del granaio e in parte rilevati durante gli scavi del 1929.
Le vecchie pavimentazioni e i reticoli murari faranno da sfondo alla realizzazione di uno spazio espositivo per la scultura esterna d’età romana. Attraverso una serie di “porte” nel muro della siepe i visitatori potranno accedere all’aula e osservare, senza poterle raggiungere, le sculture, sostenute da supporti metallici, e i resti delle tessiture urbane cancellate dalla costruzione dell’Horrea.
Nella sala corrispondente poi al patriarcato si provvederà alla conservazione delle famose colonne all’altezza originaria così da rendere significativi i tre principali livelli archeologici: quello romano, quello dell’horrea e quello medievale.
Il gran cortile centrale divideva in origine i due corpi di fabbrica e i quattro amplissimi vani. E’ nostra intenzione ricostruire quest’ampio spazio aperto all’originaria quota dell’impianto tardoantico. L’utilizzo di questa grande piazza aperta per concerti e manifestazioni sarebbe garantito da una semplice pavimentazione in pietra Aurisina da 15×15 cm. posate su letto di sabbia e poi inerbite tra le fughe. Questa grande navata potrà ospitare attività ludiche temporanee in un luogo protetto e suggestivo mentre la pavimentazione rimovibile garantirà la possibilità di nuove e fattibili prospezioni archeologiche.
Nelle due ali meridionali dell’horrea saranno invece conservati e integrati i pavimenti dei magazzini valorizzando il sistema dei basamenti e prevedendo, se possibile la costruzione d’alcune colonne che potrebbero emergere dalla campagna di scavi. Se questo caso fortunato fosse sconfessato durante gli scavi, la proposta di ricostruire la selva di colonne che sosteneva il primo solaio dei granai potrebbe essere risolta con la costruzione di un telaio d’acciaio rivestito con edera o altre piante rampicanti.
Queste due sale, a differenza di quelle settentrionali, potranno essere rivestite e diventare con il sistema del percorso-muro-lapidario una sede espositiva e museale all’aperto, che di sera potrebbe essere isolata con la chiusura di due cancelli posti all’ingresso.
Il visitatore entrerà all’interno del percorso-muro, che conterrà gran parte delle sculture lapidee che attualmente sono distribuite nell’area, e qui potrà decidere se recarsi verso la contigua area archeologica dei mercati o al Museo Nazionale attraverso la Via dei Patriarchi.
L’area del giardino (lotto 4)
A est dell’horrea si e’ sostituito il parcheggio esistente con un’ampia area verde attraversata da un viale di servizio per la manutenzione della Via Sacra e al Cimitero degli Eroi attraverso un nuovo e assiale ingresso. Questo settore svolgerà le funzioni necessarie alla ricreazione delle scolaresche in visita al complesso basilicale e potrà essere usato per le manifestazioni e spettacoli all’aperto.
Una sorta di sipario in mattoni separerà fisicamente la zona archeologica dell’horrea da questo prato che si affaccia, sfruttando il dislivello delle mura medievali, sulla campagna.
Il solo arredo di quest’area saranno dei cordoli in pietra per la ricreazione e un filare di alberi che farà da schermo verso l’adiacente abitazione privata. L’accesso a quest’ultima e al prato è garantito da un’ampia area in ghiaia che potrà essere oggetto in futuro di ulteriori scavi e sondaggi e che avrà il compito di poter poi estendere il sistema degli scavi alla zona dei mercati.
Le strade di accesso (lotto 4)
Nell’economia del progetto si è ritenuto di non coinvolgere nelle nuove sistemazioni Via Poppone e Via dei Patriarchi. La prima strada, nella sua veste degli arredi degli anni ’70, mantiene i segni della sistemazione paesaggistica degli anni ’30, la seconda potrà essere semplicemente pavimentata con il reimpiego del porfido proveniente dalla sostituzione delle pavimentazioni. Il costo complessivo del lotto 4 è stato stimato in 650.000 Euro.
Pavimentazioni e rivestimenti
Tutte le nuove pavimentazioni proposte nel progetto si rifanno a due materiali caratteristici della tradizione costruttiva aquileiese: il mattone, che abbiamo usato come segno di completamento di strutture murarie più antiche e/o interrate, e la pietra Aurisina lavorata in diverse fogge e dimensioni, ma sempre posata su un semplice letto di sabbia. Le pavimentazioni in pietra dello spessore di 8-10 cm. Potranno essere spostate qualora si rendano necessari in futuro nuovi sondaggi o scavi. Anche i paramenti murari che si faranno nuovi sono previsti in pietra Aurisina e in mattone a vista dichiarando in modo esplicito addizioni e integrazioni.