Per rispondere ad alcune richieste della frazione di Maron il comune di Brugnera nel 2007 ci chiese di organizzare un piccolo processo partecipativo che permettesse alla popolazione di discutere su alcune trasformazioni che stavano accadendo. Il settore centrale del piccolo paese industriale stava cambiando attraverso alcuni importanti progetti che prevedevano la ricostruzione di consistenti volumi curati da immobiliari private. Contemporaneamente il comune aveva portato a termine la discussa nuova pavimentazione della piazza.
L’intento era quello di procedere a nuove opere pubbliche e a un maggior controllo delle iniziative che i privati stavano realizzando senza che ci fosse un piano urbanistico di dettaglio. Su alcune questioni l’amministrazione comunale voleva avere un riscontro preventivo con la popolazione per evitare di andare incontro a nuove critiche. Per questo furono realizzati 14 manifesti che trattavano di possibili azioni che potevano essere discusse, cassate o approvate in forma preventiva. Questa forma di consultazione sulle idee e non sui progetti non era mai stata tentata in questo comune. Questo ci ha portato alla costruzione di un evento che è durato un’intera giornata in piazza e che aveva il titolo di 14 azioni per cambiare Maron.
L’iniziativa ha permesso di intervenire rispetto ai privati chiedendo qualche modesta modifica dei progetti in corso di approvazione. Alcune idee, come una bretella stradale furono generalmente osteggiate, mentre alcune opere previste nel centro del paese per la costruzione del parco e la realizzazione dello stombinamento della fossa del Maron divennero l’elemento centrale del progetto di riqualificazione dello spazio urbano.
Questa prima fase di dibattito diede come frutto un progetto del parco urbano che voleva anche far riconosce il senso storico di alcuni luoghi che erano diventati uno spazio sostanzialmente abbandonato.
Le ragioni delle scelte
Il progetto prevede la riorganizzazione del settore centrale della frazione di Maron in occasione degli ampi spazi verdi posti tra la nuova piazza, la chiesa e via San Rocco.
La fossa scendeva molto lentamente all’interno di una piccola depressione che raggiungeva le spalle della chiesa del paese posta su un rilievo. Qui deviava bruscamente verso sud-est.La località di Maron prende il nome dalla Fossa del Maron, un antico idronimo che caratterizzava un piccolo corso d’acqua di risorgiva affluente del Livenza.
Il corso d’acqua caratterizzava con le sue siepi il paesaggio limitrofo alla chiesa, un paesaggio di campi e acque ormai scomparso.
La situazione attuale del corso d’acqua registra gli effetti del pesante intervento di tombinatura che ha fatto scomparire la Fossa del Maron probabilmente in occasione della definizione del piano di lottizzazione limitrofo.
Il piccolo corso d’acqua è stato in parte rettificato e occultato e nel profilo del suolo ancora si riconosce la caratteristica baulatura data dal poco cotico che riveste la tubazione in cemento.
In modo non diverso sono scomparse le siepi che, per contro, a monte di via scortegadora ancora costeggiano la fossa di risorgiva.
La proposta di progetto prevede di riscoprire il corso d’acqua provvedendo alla sua stombinatura. Il corso d’acqua che ha dato il nome all’abitato riemergerebbe dimostrando di essere un importante elemento caratterizzante lo spazio verde.
Con questa azione si potrà ripristinare il rapporto che originariamente esisteva tra il centro religioso e la fossa del Maron. Quest’ultima potrà assumere forme nuove costruendo specchi d’acqua che esalteranno la capacità ecologica di queste acque di risorgiva e fungeranno da bacino di laminazione in caso di piene.
Da un punto di vista formale si è evitato di costruire un canale artificiale con sponde ripide. Questioni di sicurezza e il desiderio di esaltare l’acqua nel contesto del nuovo paesaggio urbano ci hanno spinto a raccordare molto dolcemente le pendenze con il fine di aumentare anche gli spazi dedicati alla differenziazione biologica. Il lato orientale del parco sarà costruito come una sorta di fondale arboreo prodotto da un triplo filare di piante dotate di foglie particolarmente scure (gelsi, ontani e biancospini). Verso la piazza, invece, la percezione sarà aperta. Solo tre grandi alberi si metteranno in mostra all’interno del vasto prato solcato dal rio. Le pendenze ridotte della depressione prodotta dallo stombinamento sarà facilmente transitabile a piedi o con gli strumenti per la manutenzione del verde. Il percorso pedonale curvo farà da vertice dell’invaso che solo in situazioni straordinarie di piovosità entrerà in uso evitando di allagare le aree abitate poste a valle. In ogni caso il massimo invaso del bacino rimarrà molto più basso dei percorsi pedonali. Le baulature della nuova sistemazione esalteranno soprattutto il prato e la morbidezza del declivio, perché il prato in questo paese ha un significato particolare.
A Maron, fin dall’epoca medievale, si svolgeva una fiera annuale che aveva una rilevante importanza per tutti i territori contermini. In quell’occasione i terreni prativi posti attorno al dosso del centro religioso si affollavano di persone, animali e costruzioni provvisorie: una sorta di villaggio temporaneo fatto dagli ambulanti di quel colorato ambiente.
Attualmente la parte più grande dei prati della fiera è stata occupata con la costruzione di edifici pubblici e privati. A Nord di via Santarossa e lungo via Santi Rocco e Matteo le costruzioni hanno progressivamente isolato, anche alla vista, l’ampia superficie di prato ancora conservata e di proprietà della Parrocchia e del Comune.
Nonostante tutto, questo ampio spazio verde è una risorsa importantissima per la comunità locale, anche se in questo momento le attività che vi si svolgono sono pochissime.
Nell’arredo del verde si dovrà porre molta attenzione nel ridefinire con la vegetazione la bordura del grande campo mitigando l’effetto costruito dei retri delle abitazioni.
Quanto esposto rende esplicito il valore strategico di quest’area del resto individuata dall’amministrazione comunale come “strategica” durante una iniziativa di urbanistica partecipata organizzata dal nostro studio di progettazione. Il luogo è baricentrico rispetto al paese e ha la possibilità di cucire le frange di un tessuto svuluppatosi dopo il secondo dopoguerra in modo spontaneo e privo di pianificazione e servizi.
Nell’area non ci sono problematicità relative alla presenza di resti archeologici o di vincoli ambientali speciali se non per la presenza vicina della chiesa e del campanile.
L’area è in parte parrocchiale e quindi la sua sistemazione dovrà essere sottoposta all’approvazione della Commissione d’arte Sacra della Curia Vescovile.
Il carattere idrogeologico dell’area non è stato affrontato nel progetto paesaggistico da noi curato ma bensì in quello di sistemazione idraulica che è promosso dalla Protezione Civile. Nel nostro lavoro ci siamo limitati a recepire i risultati dei calcoli idraulici per quanto riguarda lo stombinamento e la realizzazione del bacino di laminazione. Le sistemazioni del terreno, inoltre saranno eseguite all’interno dell’appalto di lavori relativo alla sistemazione idraulica sulla base di un accordo assunto tra i due studi di progettazione.
In sostanza le aree sono nella disponibilità dei due enti (Comune e Parrocchia) che le vogliono trasformare di comune accordo pervenendo anche a una convenzione che permetta di garantire il futuro mantenimento e la manutenzione del parco.
L’area risulta essere facilmente accessibile dagli spazi pubblici e in particolar modo da via San Rocco e dalla piazza del mercato. E’ soprattutto dalla prima che le successive fasi esecutive dei lavori dovranno prevedere l’accesso al cantiere.
Percorsi pedonali
L’area oggetto del piano di fattibilità è baricentrica rispetto all’abitato, ma di fatto non è permeabile rispetto ai tessuti limitrofi. In pratica non svolge una funzione di cerniera o di collegamento con i tessuti urbani nati attorno al nucleo originario del villaggio e, la popolazione per spostarsi all’interno del centro, usa le strade asfaltate tangenti all’area. I percorsi pedonali seguono le principali strade declinando la loro funzione con forme e materiali di volta in volta diversi.
L’indagine sui luoghi ha permesso di individuare una serie di percorsi di transito e accesso all’area attivabili senza difficoltà nell’intento di costruire un sistema di collegamento sicuro e lontano dalla viabilità automobilistica.
Il progetto prevede di donare centralità sul fronte dei collegamenti al grande spazio trasformando l’assetto dei percorsi pedonali del centro abitato. I percorsi del parco non sono “oziosi”, ma mirano a connettere le diverse parti del paese lungo itinerari sicuri. Alcuni di questi percorsi avranno una speciale importanza perché non solo mirano a tracciare la linea più breve per raggiungere il centro segnato dalla piazza, ma avranno anche un particolare significato prospettico perché saranno individuati con un portale di rampicanti fioriti. Questi assi saranno disegnati cogliendo come fondale il campanile del paese.
Attrezzature nel parco
Per rendere più vivo l’ambiente nel parco sono stati inseriti alcuni servizi. Nel disegno del verde sono poi stati collocati anche alcuni campi sportivi, uno di calcetto e uno per la pallacanestro-pallavolo. Un secondo campo da calcetto sarà disegnato nel prato solo in occasione dell’annuale torneo paesano.
Per quanto riguarda le alberature il progetto prevede la costruzione di una grande quinta arborea sul lato est, composta da un triplo filare di gelsi, ontani e biancospini., Sul lato nord ovest, lungo le recinzioni dei lotti privati sarà posta in opera una siepe in Prunus Spinosa, anticipata da un filare di Tiglio Cordata. Al centro del parco si saranno poi tre alberi di prima grandezza a segnare le prospettive, due frassini e una quercia.
Gli arredi
Il progetto prevede la realizzazione di alcune aree per le panchine e di alcuni arredi urbani (pergole, elementi del giardino, ecc). La maggior parte degli stessi vede rimandata la realizzazione al secondo stralcio. In giallo si possono osservare sul disegno i percorsi pedonali di secondaria importanza che non saranno realizzati durante le prima fase dei lavori.
La divisione del progetto in due stralci
Le modalità di finanziamento dell’opera hanno consigliato di dividere l’intervento in più fasi operative. Per cominciare la sistemazione dell’area con la ricalibratura del Maron e la formazione del nuovo alveo sono state inserite in uno specifico progetto idraulico finanziato dalla Protezione Civile della Regione FVG.
Con questo intervento di sistemazione idraulica si darà forma al contenuto del progetto morfologico del parco delegando al presente strumento i compiti di arredo.
In questo senso la dimensione ridotta del finanziamento ha reso evidente la necessità di tradurre il progetto in due diversi stralci funzionali e consecutivi. Il primo stralcio, oggetto degli allegati di appalto si incaricherà di tracciare i principali percorsi ciclopedonali e di sistemare e consolidare l’inerbimento dell’area. Il secondo stralcio, invece, completerà il disegno dei percorsi e predisporrà la posa in opera degli arredi.